Le nanoparticelle hanno una maggiore biodisponibilità, capacità di adsorbimento, aiutano le reazioni biochimiche e hanno particolari proprietà elettromagnetiche e quantistiche, diverse dalle caratteristiche dello stesso materiale in forma grezza.
Indipendentemente dagli aspetti omeopatici, le nanoparticelle di sostanze tossiche hanno caratteristiche dose-risposta di tipo ormetico (basse dosi possono stimolare una risposta adattativa benefica.
Recenti studi di Chikramane et al. hanno trovato nelle diluizioni omeopatiche ultramolecolari (oltre la 12a diluizione centesimale) la presenza di nanoparticelle dei metalli che erano stati progressivamente diluiti sino ad eliminarne la presenza chimica molecolare. Nella loro ipotesi le nanoparticelle sono trattenute anche nelle alte diluizioni da un meccanismo che permette alla nanoparticelle di galleggiare e accomodarsi in un monostrato sulla superficie del liquido.
Negli studi di Chikramane il liquido da dinamizzare viene sempre prelevato sulla superficie della soluzione, zona in cui “galleggiano” le nanoparticelle, mentre nei laboratori omeopatici il liquido da dinamizzare viene prelevato dall’interno della soluzione.
Nelle diluizioni korsakoviane invece il contenitore è ripetutamente svuotato e riempito con lo stesso solvente acquoso ed avviene la progressiva diluizione delle gocciole di soluto che rimangono sulle pareti del contenitore, zona in cui potrebbero concentrarsi maggiormente le nanoparticelle. Questo quindi potrebbe essere uno dei meccanismi che aiuta a spiegare le differenti caratteristiche dinamiche delle diluizioni centesimali (C o CH) e korsakoviane (K).